giovedì, novembre 22, 2012

Progressismo

L’altra mattina ero, come al solito, all’ufficio elettorale per le primarie (dove coordiniamo insieme i lavori io, di SEL e un altro responsabile, del PD), attendendo che venisse qualcuno a firmare per avere il certificato e arriva un ragazzino dall’apparente età di circa 20 anni.

Scatta la chiacchiera, mi dice che è un iscritto del PD e che fa parte del gruppo dei giovani. Si parla del più e del meno e gli dico che io non sono del PD ma sono la coordinatrice di SEL, da lì mi confessa che maimaimai si iscriverebbe a SEL. Gli dico che il mondo è bello perché è vario e che neanche io mi sarei mai iscritta al suo partito. Ma lui insiste: “Non è per il partito, è per Vendola, è frocio, ma scherziamo? Un frocio non mi si deve neanche avvicinare, figuriamoci stare nel suo stesso partito!”.

Io sbigottita non so se ridere o piangere, l’altro responsabile del PD la butta sul ridere quando se fosse stato uno dei miei l’avrei preso a calci in culo, ma la cosa mi rende molto, molto perplessa: se questo è il progressismo dei giovani del centrosinistra che militano e si impegnano in politica stiamo proprio messi bene… Dovremmo gridare al mondo la nostra indignazione contro l’omofobia, contro il cattolicesimo che ancora pensa (e predica) che l’omosessualità sia una malattia curabile con la fede, contro l’ignoranza perversa delle vecchie generazioni e invece sono qui affianco ad un ventenne che pensa di essere contagiato da uno che chiama “frocio” come un insulto manco fosse la peste bubbonica e si vanta di essere un attivo, uno che ci crede, uno che farà qualcosa politicamente parlando.

Se qualche “frocio” gli tirasse due calci sui denti non sarei poi così triste. Anzi probabilmente esulterei pure.

Imbecille.

 

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