Si dice così vero, quando capitano tragedie ma bisogna superarle? Lo credevo anche io e forse lo credo tutt’ora, cercando di non farmi trascinare da quest’ondata di tristezza che mi porto dietro da quella fottuta notte del 6 aprile…
Sarei dovuta tornare lì prima o poi, e sapevo che la cosa era imminente data la sessione di esami, ma non pensavo sarebbe stato così brutto l’impatto con quella città quasi silenziosa, che cerca di raccogliere i cocci del vaso rotto e di rialzare la testa…
Passo davanti ad Onna, paese distrutto interamente dal terremoto, e vedo con i miei occhi quello che solo che immagini dei tg mi avevano mostrato: macerie, solo tante macerie, neanche il tetto di una casa intatto, e poi militari ovunque, vigili del fuoco, carabinieri, poliziotti, volontari, protezione civile dappertutto…
Le scene sono davvero drammatiche, se ti avvicini a L’Aquila vedi solo qua e là qualche maceria, un pezzo di tetto, calcinacci e detriti, ma molte case sono intatte o hanno solo qualche crepa e pensi che sia finito, che in fondo quello che hai visto in tv non era poi così grave, ed invece basta girare un angolo e trovi una casa sventrata, come se fosse stata colpita da una bomba, e vedi all’interno frigoriferi e sedie riverse per terra… Le tendopoli sono ovunque ci sia un po’ di spazio disponibile, per gli abitanti del posto, per gli studenti fuori sede, per i militari, i poliziotti e chiunque sia lì per aiutare…
A Coppito la situazione sembra più tranquilla, ci sono tanti, tantissimi studenti, e le caffetterie, le tavole calde, i bar, le pizzerie hanno ritrovato un po’ di normalità con quella folla di ragazzi che vogliono e sperano che la situazione migliori e tornano a fare lezione e a fare esami, anche se in condizioni a volte disastrose…
Nelle tende l’aria è irrespirabile, calda, afosa e umida. Senza condizionatori o almeno un ventilatore non si può star dentro per più di mezz’ora, eppure sono tutti lì, studenti, professori, impiegati, e macinar cultura e umanità, a cercare di far andare avanti questa baracca che spero non si fermi per sempre, fuori il caldo, il sole a picco dalle montagne e quegli edifici dove tanto prima o poi dovrai tornare ed esorcizzi la paura entrandoci già, visto che sono sicuri…
La situazione è delicata, sicuramente, ma è comunque bello ritrovarsi lì con tutti i compagni di corso, sapere che anche loro hanno gli stessi tuoi problemi e che si possono affrontare insieme, per andare avanti, perché in fondo, la vita continua… sempre…